Mamme Lesbiche, lo stato Italiano nega al loro bambino il diritto di esistere,va contro gli interessi del minore (e infrange la Commissione Europea)
La Famiglia costituita dalle due mamme lesbiche, Manila e Carola, per dare alla luce il proprio primogenito e per vivere liberamente come famiglia, coi diritti e doveri che le spettano, è stata costretta ad espatriare, lasciando l’Italia anni fa e trasferendosi in Spagna.
Noah, il loro piccolo, dato alla luce grazie alla fecondazione assistita, ha ora 1 anno e grazie al sacrificio e al grande cuore delle sue due mamme lesbiche ha ora la possibilità di vivere e crescere in una società più accogliente.
Non bastava la “fuga dei cervelli”, l’Italia si fa protagonista anche della “fuga delle famiglie”, quelle stesse famiglie omogenitoriali che (nonostante la bassissima natalità che l’Italia ha da anni) lottano coi denti sacrificando tutto quello che hanno per avere un figlio.
Famiglie a cui la ristrettezza dello stato italiano, non permette di avere figli, nè di avere alcun diritto su quelli gia’nati (cosa che ormai moltissimi altri stati più civilizzati della nostra triste Italia permettono da tempo…)
Manila e Carola sono solo l’ennesima Famiglia italiana di mamme lesbiche, che è costretta, dal proprio stato, ad espatriare per vivere e godere dei diritti basilari che nessuno dovrebbe permettersi di negare: costruire una famiglia dopo anni di sacrifici e diventare genitori.
Ma ecco che oltre il danno arriva la beffa:
- oltre ad essere state costrette ad allontanarsi da amici e parenti per sfuggire alla discriminazione sociale e legislativa italiana
- oltre ad aver trovato più organizzazione, socialità ed accoglienza in una piccola cittadina (Valencia) che in una grande capitale (Roma)
- oltre a vedersi negati dal proprio stato di origine, i diritti più basilari quali: matrimonio, adozione da parte del genitore non naturale, affidamento in caso di decesso della madre biologica, corrispettivo degli alimenti in caso di separazione, diritto di visita o possibilità di prendere decisioni su eventuali cure del figlio (diritti umani che, chi li possiede, dà tuttavia per scontato)
… dopo aver affrontato tutto questo, ora che la famiglia ha urgente bisogno di tornare in Italia per far visita al nonno del bambino gravemente malato, che non ha ancora potuto abbracciare il nipotino… la legislazione dello stato Italiano NON permette nemmeno alle mamme lesbiche di ottenere i documenti per il bambino!
Il piccolo, infatti, anche se è nato in Spagna è italiano, e i documenti che deve avere per rientrare in Italia con le sue mamme, devono essere rilasciati dall’anagrafe dell’ultimo Comune di residenza dei genitori, ovvero Roma.
Ma, dato che l’Italia vuole negare l’esistenza di questa famiglia perchè formata da 1 bambino e da due genitori dello stesso sesso (nonostante la famiglia di mamme lesbiche esiste eccome e in Spagna gode già di pieni diritti), la richiesta delle due mamme di avere i documenti che spettano al figlio è stata rifiutata dallo stato Italiano!!! E stiamo parlando di:
-passaporto
-codice fiscale
Non di chissà che modulistica strana. Questo perchè i genitori del piccolo Noah non sono di sesso diverso, come vorrebbe tanto lo stato italiano. Morale della favola?
- Noah, al momento, resta senza documenti
- le due mamme sono “bloccate” a Valencia
- alla famiglia viene negata la possibilità di viaggiare
- la situazione ha preso le vie legali.
L’avvocato di Manila e Carola sottolinea che è un caso urgente, perché le due mamme devono tornare in Italia per problemi familiari e senza i documenti che attestino l’identità del bambino non si possono muovere.
Perchè l’Italia non è in grado/non vuole rilasciare i documenti al piccolo Noah, impedendogli di viaggiare con le sue mamme lesbiche e privandolo illegalmente della cittadinanza?
Il motivo sta nel fatto che in Italia le coppie sposate omosessuali non sono ancora riconosciute a nessun livello, quindi la trascrizione dell’atto di nascita di un bambino figlio di due donne sposate, viene rifiutata per motivi di modulistica!
Insomma, come ormai accade alle numerose famiglie di mamme lesbiche, ecco l’ennesima famiglia omogenitoriale che si trova alle prese con Comuni e ospedali i quali, di fronte a una coppia gay con bimbi piccoli, non hanno i mezzi per “considerare la loro palese esistenza”, non sapendo come inquadrarla in moduli e documenti perchè non forniti dalla legge italiana.
…ma stavolta non si tratta di un modulo scolastico o di un modulo comunale da compilare:
l’Italia così compie infrazione dell’Ue perchè così facendo va contro gli interessi del minore.
Il Comune di Roma, avendo rifiutato la richiesta di trascrizione dell’atto di nascita di Noah, viola una serie di norme europee:
—> il diritto di libertà di movimento e di circolazione del bambino, che, privo di qualsiasi documento di identità, è di fatto confinato a Valencia assieme alle madri.
—> viene negata la libertà di residenza in Italia per gli stessi problemi legati al fatto di non poter dimostrare di essere le genitrici. Le due madri non potrebbero dare o negare il consenso in caso di emergenza medica, non potrebbero iscrivere il bimbo a scuola o all’asilo.
E ancora non sarebbe riconosciuto l’affidamento in caso di decesso del partner, così come qualsiasi diritto successorio o il diritto agli alimenti in caso di separazione e o divorzio
—> essendo il bambino di nazionalità italiana (per ius sanguinis) è cittadino europeo, anche senza il riconoscimento di Roma. In quanto cittadino europeo e minore, nei suoi confronti, le autorità del Belpaese sono obbligate ad applicare l’art. 24 n. 2, della carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea che prevede espressamente e senza eccezioni che: “In tutti gli atti relativi ai bambini, siano essi compiuti da autorità pubbliche o da istituzioni private, l’interesse superiore del bambino deve essere considerato preminente”.
La cittadinanza e la nazionalità sono considerate diritti fondamentali ed elementi costitutivi dell’identità di un minore.
Uomini e donne gay italiani si sono preclusi la possibilità di essere genitori per tantissimo tempo. Adesso non più grazie al fatto che in quasi tutta l’Europa occidentale sono riconosciuti alle coppie dello stesso sesso i diritti a sposarsi e avere figli.
E questo anche lo stato italiano dovrà affrontarlo, seppur la chiesa e l’intolleranza statale voglia continuare a chiudere gli occhi di fronte a una realtà di mamme lesbiche / famiglie omogenitoriali sempre più presente.
Questa notizia risale a solo 1 settimana fa (30 ottobre 2013) ma nessun giornale, testata, sito si preoccupa di diffondere la notizia, e tu lo sapevi? Ne eri al corrente?
Come al solito in Italia si tende a nascondere quello che riguarda importanti carenze o mancanze da parte dello stato …
dai voce ai diritti, condividi e fai girare insieme a noi questa notizia!
1 Comment
[…] una cosa del genere a un bambino, privandolo di ogni tutela minima, avevo gia’ parlato anche qui di un caso molto simile! Ecco perche’ questa e’ una vittoria che apre la strada a […]