Storica sentenza di Torino: una storia vera di due madri lesbiche riconosciute anche in Italia
Mio figlio ha due mamme.
E’ così che ora possono finalmente dire a gran voce i genitori del piccolo torinese che ora hanno anche la legge dalla loro parte.
Genitori che hanno cercato il figlio con desiderio e amore esemplari, che hanno lottato per metterlo al mondo…e che sono due madri.
Da 24h le testate del Belpaese sono piene di titoli del tipo “quel bimbo con due mamme” “un bambino e due madri” “figlio di due mamme” “entrambe mamme” e chi più ne ha più ne metta.
Sinceramente sono ancora incredula, nel senso che a stento contengo la gioia di una notizia legislativa civile e intelligente in Italia… ma veniamo subito al dunque, così leggerai in modo semplice cosa è realmente accaduto:
-Le due mamme
hanno avuto il figlio tramite inseminazione eterologa in Spagna e lì lo hanno fatto nascere tramite la tecnica della doppia maternità detta R.O.P.A. di cui abbiamo parlato per prime tempo fa.
-In Spagna (essendo Paese civile e aperto) si sono anche sposate
e sullo stato civile del comune di Barcellona, vengono nominate entrambe, comparendo regolarmente entrambe come madri del loro piccolo, o meglio madre A e madre B (vabbè…non commento la voce scelta, comunque fin qui bene). L’atto di nascita spagnolo del bambino parla chiaro. Il bimbo è figlio di due madri: della madre che lo ha partorito e della partner, prima sposatesi e poi in secondo luogo, divorziatesi a Barcellona, con affidamento congiunto del bimbo.
-Piccolo problema: una delle due donne è italiana
(per fortuna o purtroppo possiamo dire) per cui, ogni volta che hanno la necessità, o perchè no? semplicemente voglia di tornare in Italia, la loro famiglia con tali diritti e doveri, in Italia viene considerata… niente. Nulla. Una delle due mamme per assurdo potrebbe persino venire denunciata per rapimento di minore, poichè mamma, per la legge (italiana), lo è solo l’altra.
-Le due mamme chiedono di venire riconosciute anche in Italia come tali
infatti per l’anagrafe spagnola sono entrambe genitori a pieno diritto del bambino, chiedono (giustamente aggiungo io), anche all’ufficio dello stato civile di Torino, loro città di residenza, di trascrivere l’atto di nascita del bambino come figlio di entrambe, in modo da tutelare i diritti della loro famiglia nella quotidianità, permettendo in primis la libera circolazione del minore anche in compagnia della mamma non partoriente.
-le due mamme hanno scelto la «condivisione delle responsabilità genitoriali»
«sulla base di un accordo nel 2013» dopo avere divorziato a Barcellona nel 2014. Così «la mancata trascrizione del certificato di nascita comporterebbe anche conseguenze rilevanti in ordine alla libera circolazione del minore» e di una delle due mamme in Italia.
-In teoria può sembrare tutto lecito: il bimbo ha una famiglia con due mamme in Spagna,
è suo diritto che venga riconosciuta anche in Italia. Ma non è così (ovviamente, stiamo parlando della “super arretrata” Italia, ricordiamocelo) e il tribunale comunale rifiuta categoricamente la domanda, ritenendo la trascrizione addirittura «contraria all’ordine pubblico» in quanto «le norme italiane in materia di filiazione fanno espresso riferimento solo ai concetti di padre, madre, marito e moglie» (in poche parole non viene contemplata l’esistenza di modelli diversi da quelli stile famiglia Mulino Bianco…).
-Così le due mamme sono costrette a fare ricorso alla Corte di appello
La questione centrale trattata all’interno della sentenza è stata «se l’atto di nascita del bambino nato da inseminazione eterologa, figlio secondo la legge spagnola sia della madre che lo ha partorito sia della partner di sesso femminile coniugata con la prima, non sia contrario all’ordine pubblico, e se l’omosessualità dei genitori sia d’ostacolo alla formazione di una “famiglia” secondo la legge italiana».
-E’ così che ieri, 7 gennaio 2014, per la prima volta in Italia
la sentenza emessa dalla sezione famiglia della Corte di Appello di Torino, ha ribaltato la risposta negativa iniziale del Tribunale, ha riconosciuto a due donne eguali diritti come mamme di un bambino nato in Spagna dal loro amore grazie all’inseminazione eterologa. La Corte di Appello di Torino, accogliendo invece la richiesta delle due donne ha quindi ordinato all’ufficiale di stato civile del Comune di Torino di trascrivere la nascita del bambino come figlio di entrambe le due mamme. Questo è stato possibile perchè la Corte si è rifatta alla Convenzione sui diritti del fanciullo di New York del 1989 e al regolamento comunitario 2201 del 2003, «il concetto di ordine pubblico deve essere declinato in funzione dell’interesse superiore del minore». E «nel caso in questione non si tratta di introdurre ex novo una situazione giuridica inesistente, ma di garantire la copertura giuridica ad una situazione di fatto in essere da anni, nell’esclusivo interesse di un bambino cresciuto da due donne che la legge spagnola riconosce entrambe come madri».
-In pratica?
la presidente Silvia Daniela, la relatrice Daniela Giannone e la giudice Federica Lanza valutano che «la mancata trascrizione dell’atto di nascita limita e comprime il diritto all’identità personale del minore e il suo status» in Italia, dove non avrebbe alcuna relazione parentale con la mamma non partoriente, «non avrebbe un esercente la responsabilità genitoriale con riferimento a problematiche sanitarie, scolastiche, ricreative», e «verrebbe anche privato dei rapporti successori nei confronti della famiglia della signora» esclusa. Mi sembra chiaro.
-Quindi per la legge il bambino ha già due madri lesbiche?
Notizie Ansa dell’ultim’ora dicono che, nonostante la Corte d’Appello del capoluogo piemontese abbia accolto la richiesta delle due madri e ordinato all’ufficiale di stato civile di trascrivere la nascita del bambino come figlio di entrambe le mamme…. I Servizi civici del Comune di Torino si rifiutano ancora di trascrivere l’atto per il momento… dopo un colloquio telefonico tra i servici civici e la prefettura di Torino, verrà inviata copia della sentenza della Corte d’Appello per avere un parere sulla vicenda da parte del Ministero degli Interni.
-La verità?
Forse è solo un tentativo, chiaramente di orientamento omofobo, di intralciare inutilmente la libera informazione pubblica e la verità dei fatti. La verità è che i Servizi civici di Torino per ora prendono tempo e hanno chiesto lumi alla Prefettura dato che si tratta di un caso inedito e dunque mai affrontato prima (il che è ben diverso dal dire che il comune si rifiuta di farlo)
Una grande festa per tutte le famiglie arcobaleno italiane come la mia, che la famosa rivista “Marie Claire” aveva raccontato con un bellissimo servizio fatto da 8 affettuosi ritratti che ci aiutano a far capire la necessità di allargare il concetto di famiglia, valorizzando responsabilità e rispetto più dei legami biologici.
«Questa sentenza è frutto dell’intelligenza e del cuore di giudici che non hanno dubbi sul fatto che un minore nato dal desiderio di due persone dello stesso sesso sarà più protetto, più sicuro, più tutelato nei suoi affetti e nei suoi beni in un legame indissolubile riconosciuto e scritto dalla legge», scrive Giuseppina La Delfa a nome delle Famiglie Arcobaleno italiane. «È quello che migliaia di figli e figlie di genitori omosessuali aspettano ormai da anni».
Noi festeggiamo assieme a tutta la società civile che evidentemente c’è ancora e stavolta si è fatta sentire.
Stavolta Davvero!
E tu cosa ne pensi?
Diccelo con un commento qui sotto e magari condividi anche tu la notizia ora, falla sapere ai tuoi amici e non solo 🙂
3 Comments
La gioia di vivere la maternità ed essere mamma non e solo x donne eterosessuali e un desiderio comune anche a chi e lesbica e ha un partener femminile al suo fianco. la gioia di amare e mettere al mondo un figlio e diritto comune e di opportunità in qualsiasi civiltà ed etnia. oltre le leggi oltre un credo religioso oltre i mille tabu’ e le discriminazioni che ci possono eserre a fronte di questo argomento. lasciamo la libertà alla donna di vivere e gioire x questa fortuna che la natura ci ha donato : la maternità. libertà=donna lesbica e maternità.
Parole sante lucia! Ricordo anni fa una serata con conoscenti di amici , si parlava del nostro desiderio di maternità… Ne uscì fuori il solito vecchio limitato discorso dell’abitudine al concepire le figure genitoriali solo come uomo/donna..
Non abbiamo diritto di giudicare…sappiamo bene che a volte, nelle piu’ “perfette famiglie” costituite da un uomo e da una donna succedono le peggiori cose, ed I bambini che credevamo protetti sono I primi martiri.
Anzi, quando due donne vanno avanti nonostante tutto e tutti, dovrebbe esser chiaro quanto hanno veramente desiderato quel figlio per riuscire a dare alla luce una vita…e questo da solo dovrebbe dare la certezza che saranno dei genitori all’altezza e che meritano di avere I diritti che richiedono.
[…] possiamo segnarci nel calendario anche questa data assieme a quella della sentenza storica di Torino di cui parlammo qualche mese fa! […]